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6. maggio 2020

11.3.2020, Prima Camera, Procedure

Procedure

  • Nr. 101/20 (Richtigkeit – Bewerbung Gewinnspielpreise)
  • Nr. 106/20 (Sexismus – Abbildung Frauenkörper auf LKW)
  • Nr. 107/20 (Herabsetzung – Darstellung Übergewicht)
  • N° 110/20 (Tromperie – Promo pour abo «10Go au lieu de 5Go d’internet ultra rapide en Suisse»)
  • Nr. 114/20 (Richtigkeit – Werbung Tierwohl)
  • Nr. 219/19 (Direktmarketing – Unerwünschter Flyer im Briefkasten zu Ankauf von Gold, Silber, Schmuck etc. trotz Abmahnungen)
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2. aprile 2020

Reclami: il livello più alto dal 2013

Lo scorso anno le tre camere della CSL hanno valutato complessivamente 97 reclami, come emerge dal rapporto annuale 2019, di questi ne hanno accolti la metà, respinto il 36% e nel 14% dei casi non sono entrate nel merito.

Il numero di procedure di reclamo è salito nuovamente e ha sfiorato i 100 casi nel 2019. Si tratta del livello più alto dal 2013, da allora il numero è oscillato tra 63 e 95. Questa fluttuazione non ha un motivo specifico, anche se talvolta singoli temi sono «congiunturali» come il non rispetto dell’adesivo «Niente pubblicità», il marketing telefonico aggressivo o la pubblicità del tabacco, che è stata al centro dell’attenzione nell’ambito della prima deliberazione sulla legge federale sui prodotti del tabacco (LPTab).

Dei complessivi 97 reclami, 8 (8%) riguardavano reclami contro la concorrenza da parte di un’azienda nei confronti di un concorrente. Le tre camere hanno accolto circa il 50 per cento dei casi di reclamo, hanno respinto il 36 per cento e per il 14 per cento non sono entrate nel merito. Dei cinque ricorsi giudicati dall’Assemblea plenaria delle tre camere, la CSL ne ha accolto uno.

Basi giuridiche: quasi sempre la LCSI

Uno scarso 12 per cento di tutti i reclami riguardava leggi e direttive come la legge sulla protezione dei marchi o sulla protezione degli stemmi, l’ordinanza sull’indicazione dei prezzi (OIP) oppure il Codice della Camera di Commercio Internazionale (ICC) per la comunicazione di marketing. Tutte le altre decisioni della Commissione per la Lealtà erano fondate sulla legge federale contro la concorrenza sleale (LCSI). Ciò dimostra da un lato quanto è importante la LCSI per la correttezza nella pubblicità in generale e per i principi della CSL in particolare. D’altro canto conferma come le decisioni della Commissione per la Lealtà non sono prese in una situazione di vuoto legislativo, ma si basano principalmente sui suoi principi, che sono un’interpretazione settoriale delle disposizioni in materia di concorrenza sleale e in particolare della LCSI. Ciò significa che a prescindere da un reclamo presso la CSL, si possono sempre adire le vie legali contro una pubblicità sleale.

Fattispecie: discriminazione di genere e metodi pubblicitari e di vendita aggressivi

Per quanto concerne le fattispecie, la media a lungo termine evidenzia che solitamente ritornano con maggiore frequenza gli stessi due principi. Da un lato la «comunicazione commerciale sessista» (B.8), e dall’altro i «metodi pubblicitari e di vendita aggressivi a distanza» (C.4); ciò è stato confermato anche nel 2019 con il 22,5% e il 12,4% di tutti i reclami. Le oscillazioni all’interno delle fattispecie sono puramente casuali. Non casuali sono invece i reclami secondo il principio B.15, che con il 19,1% del totale dei casi ha raggiunto i due motivi più ricorrenti. Tale principio esige che la comunicazione commerciale «a prescindere dalla forma in cui è presentata o dal mezzo utilizzato» sia immediatamente riconoscibile come tale dal consumatore medio.

Canali media: naturalmente internet

Il motivo dell’aumento che ha interessato il principio B.15 sono i numerosi reclami della Fondazione per la protezione dei consumatori SKS nei confronti di noti influencer svizzeri. Nei loro post in Instagram non avrebbero indicato chiaramente o non avrebbero indicato del tutto che erano stati postati principalmente per motivi commerciali. Il ragguardevole numero di simili reclami ha contribuito al fatto che internet è nettamente al primo posto tra tutti i canali media interessati, con il 37,3% dei casi totali. Questo riflette più o meno lo sviluppo nel mercato pubblicitario complessivo. Dopo internet, il marketing diretto e la pubblicità esterna attirano il maggior numero di reclami, mentre il numero di reclami contro le campagne stampa è nettamente diminuito negli ultimi tre anni dal 17 al 7 per cento.

Il rapporto annuale può essere scaricato gratuitamente dal sito della CSL (faire-werbung.ch) o richiesto in forma cartacea alla segreteria CSL: 044 211 79 22, info@lauterkeit.ch.

Thomas Meier
Responsabile della comunicazione

11. marzo 2020

22.1.2020, Terza Camera, Procedure/Misure

Procedure

  • N° 198/19 (Compétence territoriale et matérielle – Dénomination de la «xxxxxxxx Fruit Chocolate»)
  • N° 209/19 (Sexisme – Affiche publicitaire pour sous-vêtements «Not for pussies», «Got balls»)
  • N. 210/19 (Sessismo – Cartellone pubblicitario «Not for pussies», «Got balls»)
  • Nr. 196/19 (Spam – Unerwünschter Newsletter für Jobangebote trotz Sterneintrag und Abmahnung)
  • Nr. 197/19 (Direktmarketing – Unerwünschter Werbeflyer im Briefkasten trotz «Stopp Werbung»-Kleber)
  • N° 207/19 (Marketing direct – Non-respect de l’autocollant «Pas de publicité»)
  • Nr. 211/19 (Direktmarketing – Kundenmagazin im Briefkasten trotz «Stopp Werbung»-Kleber)
  • Nr. 212/19 (Direktmarketing – Unadressierter Werbeflyer im Briefkasten trotz «Stopp Werbung»-Kleber)
  • Nr. 213/19 (Direktmarketing – Unadressierter Werbeflyer im Briefkasten trotz «Stopp Werbung»-Kleber)
  • Nr. 214/19 (Direktmarketing – Unadressierter Werbeflyer im Briefkasten trotz «Stopp Werbung»-Kleber)
  • Nr. 215/19 (Direktmarketing – Unadressierter Werbeflyer im Briefkasten trotz «Stopp Werbung»-Kleber)
  • Nr. 217/19 (Direktmarketing – Unadressierter Werbeflyer im Briefkasten trotz «Stopp Werbung»-Kleber)
  • Nr. 221/19 (Direktmarketing – Unerwünschter Flyer im Briefkasten trotz «Stopp Werbung»-Kleber)

Misure

  • Nr. 184/18 (Direktmarketing – Unerwünschte, unadressierte Sendungen im Briefkasten trotz  «Stopp Werbung»-Kleber)
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24. gennaio 2020

20.11.2019, Seconda Camera, Procedure

Procedure

  • Konkurrentenbeschwerde Nr. 191/19 (Nichteintreten/Alleinstellungsbehauptung – «Nr. 1 Lieferservice der Schweiz»)
  • Nr. 195/19 (Alleinstellungsbehauptung – Werbeaussagen zu Marktführerschaft)
  • Nr. 182/19 (Sexismus – Werbung für Fruchtsmoothies)
  • N° 184/19 (Swissness – Indication de provenance sur sachets de semences)
  • Nr. 190/19 (Testrichtlinien – Bewerbung eines Stab-Staubsaugers als Testsieger)
  • Nr. 192/19 (Green Marketing – Gesponserte Anzeige «Mythen und Märchen auf dem Teller»)
  • Nr. 194/19 (Preisbekanntgabe – Rabattangebote auf dem Kundenportal)
  • Nr. 188/19 (Sexismus – Advertorial für Erotik-Plattform)
  • Nr. 180/19 (Nichteintreten – Ungenügende Begründung)
  • N° 181/19 (Marketing direct – Catalogues reçus malgré des demandes du retrait des fichiers)
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13. gennaio 2020

20.11.2019, Assemblea plenaria, Procedure in corso/Ricorsi

Procedure in corso

  • Nr. 158/19 (Grundsätzlicher Sachverhalt – Beurteilung von Inhaltsstoffen von kosmetischen Erzeugnissen)

Ricorsi

  • Nr. 140/19 (Green Marketing – Plakatwerbung für nachhaltiger produziertes Fleisch)
  • Nr. 143/19 (Green Marketing – Plakatwerbung für nachhaltiger produziertes Fleisch)
  • Nr. 149/19 (Direktmarketing – Unerwünschte Zustellung einer Zeitung trotz Verbotstafel und Abmahnung)
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13. novembre 2019

(Deutsch) Rekurse gegen die Influencer-Marketing-Entscheide

Ci spiace, ma questo articolo è disponibile soltanto in Tedesco e Francese.

13. novembre 2019

11.9.2019, Prima Camera, Procedure

Procedure

  • Plainte des concurrents N° 142/19 (Non-entrée en matière – Article comparatif)
  • Nr. 158/19 (Grundsätzlicher Sachverhalt – Beurteilung von Inhaltsstoffen von kosmetischen Erzeugnissen)
  • Nr. 154/19 und 159/19 (Transparenzgebot – Werbung auf Instagram ohne Deklaration)
  • Nr. 157/19 (Transparenzgebot – Werbung auf Instagram ohne Deklaration)
  • Nr. 163/19 (Keine Irreführung – Werbung für einen Upgrade Bargain)
  • Nr. 168/19 (Green Marketing – Anzeige «Die CO2-arme Ölheizung»)
  • Nr. 166/19 (Vorrat bei Spezialangeboten – Leere Regale)
  • Nr. 172/19 (Green Marketing – Werben mit Nachhaltigkeit)
  • N° 176/19 (Green Marketing – Commercial publishing «Le cochon, cet animal plein de qualités»)
  • Nr. 175/19 (Sexismus – Plakate «xxxxxxxx 60 – 80 Topgirls»)
  • Nr. 179/19 (Irreführung – Online Bewerbung von Appartements)
  • Nr. 149/19 (Direktmarketing – Unerwünschte Zustellung einer Zeitung trotz Verbotstafel und Abmahnung)
  • N° 162/19 (Tromperie – Utilisation abusive du logo de la CCIG dans la liste des partenaires)
  • N° 169/19 (Marketing direct – Harcèlement publicitaire)
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10. settembre 2019

(Deutsch) Erste Beschwerden zum Thema Influencer-Marketing

Ci spiace, ma questo articolo è disponibile soltanto in Tedesco e Francese.

10. settembre 2019

19.6.2019, Terza Camera, Procedure

Procedure

  • Konkurrentenbeschwerde Nr. 129/19 (Lehrgangsbewerbung – «Schweizweit einmalig» und «eidg. FA Marketing»)
  • Plainte des concurrents N° 141/19 (Publication sur Internet – Article comparatif)
  • Nr. 153/19 (Tranzparenzgebot – Werbung auf Instagram ohne Deklaration für Sportartikelausrüster)
  • Nr. 156/19 (Tranzparenzgebot – Werbung auf Instagram ohne Deklaration für Kreditkarten)
  • Nr. 155/19 (Tranzparenzgebot – «Credits» auf Instagram nach Videodreh)
  • N° 132/19 (Green Marketing – Assertions publicitaires pour produits énergétiques)
  • Nr. 140/19 (Green Marketing – Plakatwerbung für nachhaltiger produziertes Fleisch)
  • Nr. 143/19 (Green Marketing – Plakatwerbung für nachhaltiger produziertes Fleisch)
  • N° 160/19 (Green Marketing – Publi-reportage «Le chauffage au mazout pauvre en CO2» dans un journal)
  • N° 161/19 (Non-entrée en matière – Assertions publicitaires dans des prospectus)
  • Nr. 151/19 (Irreführung – Flyer mit Produkte-Bon)
  • Nr. 138/19 (Sexismus – Plakatwerbung für ein erotisches Etablissement)
  • Nr. 139/19 (Sexismus – Plakatwerbung für ein erotisches Etablissement)
  • Nr. 144/19 (Sexismus – Werbeanzeigen auf Zeitungsportalen für erotische Vermittlungsportale)
  • Nr. 127/19 (Spam – Unerwünschte Faxwerbung für Baumaterialien)
  • Nr. 128/19 (Spam – Unerwünschte Faxwerbung für Klimageräte)
  • Nr. 131/19 (Direktmarketing – Werbebeilagen zu Bestellung)
  • Nr. 150/19 (Direktmarketing – Unerwünschter Flyer im Briefkasten trotz «Stopp Werbung»-Kleber)
  • Nr. 152/19 (Direktmarketing – Unerwünschte Zustellung einer Zeitung trotz Verbotstafel und Abmahnung)
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13. agosto 2019

Interessanti casi di denuncia del primo semestre 2019

Fra fine giugno ed inizio luglio le prime denunce contro gli influencers hanno attirato l’attenzione dei media. Ma durante il primo semestre la Commissione Svizzera per la lealtà (CSL) aveva già trattato più di cinquanta denunce e due ricorsi di eguale interesse. Di seguito un sunto:

Oltre alle numerose denunce per il non rispetto dell’asterisco figurante nell’elenco telefonico, e per inosservanza dell’autocollante «niente pubblicità», i casi trattati da CSL possono essere globalmente suddivisi in tre categorie tematiche: «sessismo», «denunce contro la concorrenza sleale» e denunce che inglobano non solo il regolamento di CSL e le disposizioni contro la concorrenza sleale ma anche delle questioni che toccano altre leggi. Concretamente la legge sulle derrate alimentari, l’ordinanza radio-televisiva e la legge sulla protezione degli animali.

La legge è legge

  • Ordinanza sulla radiotelevisione (ORTV): in una clip postata su facebook e realizzata da un’azienda media, si parlava solo marginalmente di yoga. In occasione di una domenica di votazioni, lo scopo reale perseguito era quello di attirare l’utenza sulla propria pagina web. Il fatto di utilizzare a questo scopo l’immagine di una signora leggermente vestita che, in una posa yoga ad arco, attirava direttamente gli sguardi sul decolté, è stata qualificata illecita e sessista. L’azienda dei media interessata era dell’idea che la Commissione Svizzera per la lealtà non fosse competente per la gestione della questione ed ha rimandato all’ordinanza sulla radio-televisione (ORTV). L’ordinanza sarebbe però stata applicabile solo in caso l’azienda media avesse diffuso il video nei propri programmi (caso no. 114/19)

  • Ordinanza sulla protezione degli animali (OPAn): la parte lesa ha considerato come scorrette, e di conseguenza illecite, le promesse pubblicitarie che definiscono ‘veramente cool, le nostre vacche possono uscire all’aria aperta regolarmente’. La Camera di CSL che è stata chiamata a pronunciarsi su questo oggetto non ha condiviso questa opinione ed ha dunque rigettato la denuncia nella sua integrità. Certo è che, secondo l’Ufficio federale dell’agricoltura, il 14 % delle vacche in Svizzera non sono regolarmente all’aria aperta. Ma l’OPAn esige che anche i bovini tenuti legati siano portati regolarmente all’aria aperta. Il consumatore medio non può dunque valutare correttamente le asserzioni pubblicitarie incriminate; d’altro canto è al corrente del fatto che le regole di protezioni degli animali svizzere sono molto più restrittive che all’estero (caso no. 119/19).

  • Legge sulle derrate alimentari e gli oggetti d’uso (LDerr): il caso di una pubblicità che vantava certi complementi alimentari dei quali l’importazione in Svizzera è proibita – salvo per un utilizzo personale al proprio domicilio – conformemente alla legge sulle derrate alimentari (LDerr) o che viene proposto in dosi illecite, è stata più complessa. Per giudicare questa denuncia la CSL a preso contatto con l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e degli affari veterinari (USAV). La parte in questione è stata pregata recentemente, nei tre casi in questione, di adeguare la propria comunicazione commerciale: nel primo caso per i prodotti che non sono assolutamente leciti in Svizzera; nel secondo caso per un’identificazione fallace sui prodotti e nel terzo caso per delle raccomandazioni mediche che, conformemente all’ordinanza del Consiglio federale relative all’informazione sulle derrate alimentari (ODerr), non sono autorizzate in questo contesto (caso no 121/19).

La concorrenza si fa dura

Negli ultimi anni fra le denunce pervenute alla CSL quelle depositate da concorrenti per far verificare la pubblicità dei rivali sono diventate comuni. Durante il primo semestre 2019 si è trattato delle denunce seguenti:

  • Il prezzo è caldo: un centro di trattamento laser agli occhi non ha potuto dimostrare di avere realmente applicato il prezzo normale e quello promozionale secondo le modalità temporali definite e prescritte dall’ordinanza federale sull’indicazione dei prezzi (OIP) – l’informazione è valida per la metà del periodo durante il quale è stato o sarà praticato lo sconto ma al massimo durante un periodo di due mesi. La denuncia è stata approvata (caso no 104/19).

  • Non si compara: questa denuncia è stata accolta almeno nella sua parte decisiva. Si trattava di un banner pubblicitario che pretendeva che un media faceva parte dei ‘top 10 dei media stampati svizzeri’. Visto che i contributi redazionali rappresentano solo una minima parte di questo media si è trattato di una affermazione illecita (caso no. 106/19).

  • Degno di essere imitato: il diritto sulla concorrenza sleale non conosce la proibizione generale di imitare delle prestazioni di terzi. Un’imitazione non è sleale da una parte se l’originale possiede una forza distintiva e d’altro canto se l’originale è ripreso nei sui elementi e l’imitazione induce a creare un rischio di confusione o se è inutilmente parassitario. Questo non è stato il caso della denuncia, ragione per la quale è stata respinta (caso no. 152/18).

  • Acari, chi ha detto acari? Un caso simile relativo alla pubblicità per dei cani da fiuto che avrebbero dovuto lottare contro gli acari da letto ha portato a verificare quale delle due parti in causa aveva realizzato l’originale di questa pubblicità. Siccome la designazione «Bed-bug Hunter» (= cacciatore di acari del letto) è una designazione puramente descrittiva e che non può essere registrata quale marchio verbale, la denuncia per l’accusa di furto di marchio è stata rigettata. È stata però approvata l’esistenza di un logo fallace con indicazioni erronee relative l’addestramento e la certificazione di questi animali. (caso no. 166/18).

Tutto un mondo che gira attorno alle pulizie

  • «Sua moglie è polverosa? È ora di pensare ad un aspiratore centralizzato.» Questo slogan pubblicitario è stato considerato illecito perché gli sono stati attribuiti dei tratti stereotipati contro le donne. Sarebbe stato più considerevole utilizzare uno slogan del tipo: ‘siete polverosi… allora utilizzate… (caso no. 172/18).

  • «Vengo sempre»: delle asserzioni pubblicitarie per un servizio di pulizia di tubi come «vengo subito» e «entro in ogni fessura» devono essere considerati sessiste o meno? Per la Camera di CSL chiamata ad esprimersi è incontestabile che sussiste un legame fra obiettivo e attività esercitata; è inoltre incontestato che le affermazioni abbiano una referenza sessista. Dal punto di vista del consumatore medio la CSL è arrivata alla conclusione che in questo caso non ci si trovi di fronte ad un rappresentazione sessista sconveniente (caso no. 189/18).

  • Al giorno d’oggi di può ancora parlare di «donna delle pulizie» (Putzfrau)? L’indirizzo web xxxxxxxx.ch è stato incriminato perché dava l’impressione che solo le donne abbiano a compiere le pulizie. In rivincita la CSL non considera come sessista il fatto di ricorrere a questa espressione perché «donna delle pulizie/Putzfrau» è una designazione corrente di una professione (caso no190/18).

Durante le quattro sedute tenutesi nel corso dell’anno le tre camere di CSL hanno trattato 51 denunce, due ricorsi e una domanda di sanzione. Come sempre troverete le decisioni complete sul nostro sito web www.lealtà-nella-pubblicità.ch nella rubrica «Decisioni».

Thomas Meier
Responsabile della comunicazione

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Contatto per i media e relazione pubbliche

Thomas Meier
Responsabile della comunicazione

T 044 201 20 02
M 079 674 30 74
medien@lauterkeit.ch
medias@loyaute-en-publicite.ch

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